Il Sole 24 Ore, 10 marzo 2016, “Un tradimento dei valori fondanti dell’Unione” di Castellaneta Marina

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Il Sole 24 Ore
10 marzo 2016
Un tradimento dei valori fondanti dell’Unione
di Castellaneta Marina

Il pre-accordo tra Ue e Turchia. Il compromesso sul trasferimento dei migranti non mostra soltanto chiari segni di illegittimità rispetto al diritto internazionale Un tradimento dei valori fondanti dell’Unione di Marina Castellaneta L’intesa di massima raggiunta tra Unione europea e Turchia non solo mostra chiari segni di illegittimità rispetto alle regole internazionali in materia di asilo, ma seppellisce i valori fondanti dell’Unione. L’accordo, infatti, non si limita a mettere in primo piano la lotta contro i trafficanti di esseri umani e l’esig enza di spezzare il legame «tra la traversata in mare e l’insediamento in Europa», tralasciando le esigenze di solidarietà verso i migranti, ma dà vita a un sistema automatico che porta i migranti che approdano in uno Stato Ue direttamente in Turchia, ignorando, così, gli stessi obblighi fissati in ambito europeo. Primo tra tutti il regolamento di Dublino e la Carta dei diritti fonda- mentali dell’Unione europea divenuta vincolante con il Trattato di Lisbona. Altro che solidarietà e diritti umani. Obiettivo primario dell’accordo è, infatti, bloccare l’approdo di migranti che arrivano dalle coste turche in Grecia e che poi, attraverso la ro tta balcan ica, gi u ngo no i n Germania e nel Nord Europa. Il primo, evidente elemento di contrasto con le regole internazionali, dalla Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati del 1951, incluso il Protocollo di New York del 1967, alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, è l’automaticità del trasferimento dei cittadini siriani dalla Grecia alla Turchia, Paese che per di più mantiene ancora la riserva geografica all’applicazione della Convenzione di Gi nev ra. In pratica, come si legge nella Di- chiarazione dei capi di Stato o di Governo dell’Ue dell’8 marzo, la Turchia ammetterà un siriano proveniente dalle isole greche e un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia negli Stati membri Ue. Non solo. Nel DIRITTI UMANI Il ritorno dalla Grecia ad Ankara di tutti i migranti non bisognosi di protezione internazionale è un respingimento mascherato rafforzare l’accordo in materia di riammissione, Ankara accetterà il ritorno di «tutti i migranti non bisognosi di protezione intern azio nale» che dalla Tur chia arrivano in Grecia. Il passa gg io è co sì au t o mati co , u n salto nel buio, senza un accertamento effettivo della situazione persona le degli indiv idu i. Una s orta di respi ngimen to mascherato che ha già messo in allarme l’Ufficio delle Nazioni Unite per i rifugiati. Il diritto internazionale parla chiaro: il ritorno di un richiedente asilo in un Paese terzo è possibile solo se la sua richiesta sarà debitamente trattata dallo Stato terzo e solo se ci sono adeguate garanzie di non refoulement. Difficile considerare proprio oggi la Turchia di Erdogan come uno Stato sicuro dal punto di vista delle garanzie internazionali, senza dimenticare la riserva geografica. Troppe le violazioni dei diritti umani, dalla repressione dei c urdi alla soppr es si on e de lla li be rt à di stampa, con l’ultimo assalto al quotidiano turco Zaman. Di qui la conseguenza che una volta concluso, l’accordo confliggerà con la Convenzione di Ginevra e con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta i respingimenti automatici come più volte dichiarato dalla stessa Corte di Strasburgo. Tanto più che già da tempo molte organizzazioni non governative hanno denunciato lo stato dei richiedenti asilo nei centri di accoglienza in Turchia, che ha anche costruito un muro per impedire l’ingresso di cittadini siriani in fuga dalla guerra. Un accordo, quindi, funzionale solo a rassicurare alcuni Paesi come la Germania della cancelliera Angela Merkel che vede la Turchia come un aiuto per bloccare l’arrivo dei rifugiati o uno strumento per manda re vi a i mi gra nt i . Ma pu ò l’Unione europea affidare cit- tadini che fuggono da una guerra o da persecuzioni come afghani o iracheni, a una Nazione che calpesta con sempre maggiore frequenza i diritti umani? E qui non è solo in gioco il diritto internazionale ma anche le stesse regole Ue, con particolare riferimento alla Carta dei diritti fondamentali – che il Consiglio non può ignorare – e al regolamento di Dublino. Possibile, quindi che, una volta adottato, l’accordo non superi il vaglio di Lussemburgo. Ci sono poi le direttive da rispettare. Sul punto è stato chiaro anche il Parlamento Ue che proprio ieri ha chie st o a l Consigli o e a lla Commissione di non collegare la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi e l’adesione alla questione dei profughi. Un do ut des che non convince perché porta a un’accelerazione dell’adesione a discapito dei diritti umani che ogni Stato che vuole entrare nel club europeo è tenuto a garantire.